La riflessologia o riflessoterapia è un metodo che lavora sulle zone riflesse di piede, mano, orecchio, viso e altre parti del corpo. Attraverso la riflessologia si rinforza ed armonizza la capacità di autoguarigione delle persone ed il loro sistema di regolazione. Questi percorsi favoriscono inoltre la percezione di sé.

La riflessoterapia è un ottimo sistema di prevenzione ma, in molti casi,  anche di guarigione e riabilitazione.

Nei paesi del nord, ma non solo, i terapisti di riflessologia, collaborano con medici, ospedali e case per anziani.

 

Un po’ di storia

La pratica del massaggio delle zone riflesse del piede è una delle pratiche della medicina tradizionale cinese che viene praticata da millenni (da ca 5000 anni). Anche gli antichi egizi praticavano i massaggi ai piedi. Si posso trovare anche statue nei templi buddisti dell’Estremo Oriente che testimoniano la pratica di rituali di culto sulle piante dei piedi.

Questa terapia si divulgò più tardi in Europa passando attraverso la Grecia e la Penisola araba.

Nel 1528 ci furono medici che pubblicarono degli scritti sulla cosiddetta “Terapia Zonale” e a seguire molti uomini e donne di scienza la studiarono e ne svilupparono le moderne ed attuali tecniche.

Nel 1902 il medico tedesco Cornelius divulgò i risultai delle sue ricerche, nei quali dimostrava come la pressione di determinati punti agisse non solo sulla tensione muscolare ma anche sulla pressione sanguigna, la temperatura e l’umidità del corpo oltre che segni di modifiche di processi mentali e psichici.

In occidente all’inizio del XX secolo, l’otorinolaringoiatra americano W.H. Fitzgerald, sviluppò le tecniche sulle quali si poggia oggi la riflessoterapia, basate sulle conoscenze della medicina indiana tradizionale. Molte popolazioni indigene americane utilizzavano i trattamenti sui piedi come terapia. Essendo questa tecnica, a quei tempi, ma purtroppo ancora oggi molto spesso, contestata dai medici conservatori, Fitzgerald si rivolse ad osteopati, chiropratici, dentisti e naturopati.

La base della riflessoterapia si basa su ricerche inerenti il sistema nervoso sensomotorio. Il neurologo londinese Head, partendo dalla spina dorsale, disegnò una mappa delle zone cutanee sensibili che corrispondevano alle varie zone del corpo, degli organi e degli arti.

A noi terapisti spetta l’onore di portare avanti questa incredibile tecnica e di diffonderla sempre di più.

 

La Filosofia

Partiamo dal concetto base di SALUTE.

Ricordiamo qui che l’OMS

(Organizzazione Mondiale della Sanità)

indica come definizione di Salute:

uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. Pertanto, non solo assenza di una malattia, bensì un insieme di condizioni che l’essere umano ha e crea intorno a sé. Lo stato fisico, mentale ed emotivo, l’età, il sesso, l’educazione, la famiglia, le relazioni con gli altri, l’ambiente di lavoro e, non da ultimo, la natura, incidono sulla nostra salute ed il nostro benessere.

La riflessoterapia parte da un principio di olismo/individualità:

Olos= dal greco: tutto/intero / totale.

Ecco come nella definizione di salute è intrinseco il senso e l’importanza del concetto delle terapie olistiche. Queste terapie, come appunto la riflessoterapia, prendono in considerazione l’insieme dell’essere umano considerando il contesto in cui vive ma anche la sua individualità e la sua unicità. Quando si segue un percorso riflessologico non si tratta solo di stimolare punti riflessi del corpo, bensì si prende in considerazione la persona nella sua globalità. Considerando quindi l’equilibrio degli aspetti psico-fisici della persona e di tutto l’ambiente che la circonda.

L’obiettivo che questo tipo di terapia si prefigge di raggiungere è di far in modo che la persona trovi un suo equilibrio, che inneschi in sé il meccanismo di autoguarigione; in quanto ogni essere umano ha in sé la forza e le risorse necessarie per affrontare eventi traumatici o momenti critici, siano essi legati alla salute fisica che a quella emotiva o psichica. Questa capacità viene definita come resilienza. A volte abbiamo bisogno di stimoli esterni che risveglino queste doti. Tali stimoli possono appunto venire dalla riflessologia. Una volta avviato ed attivato il processo, in noi si scatena un processo omeostatico, ovvero di equilibrio.

Estremamente importanti nel processo terapeutico sono il rapporto con la/il terapista, con la/il quale si crea un rapporto di fiducia, collaborazione e reciprocità. La/il terapista potrà anche dare dei suggerimenti (alimentari, respirazione, esercizi ecc..) invitando la persona a seguirli tra una seduta e l’altra. L’autodeterminazione della persona avrà, in questo caso, un ruolo importante per la riuscita della terapia.

 

La terapia

Come anticipato nel precedente post, la riflessologia/riflessoterapia si prefigge di seguire con la persona un percorso individuale ed olistico.

Studi scientifici mostrano che la terapia regolare porta benefici alla circolazione, attenua sintomi di dolore, aiuta in casi di stress fisico o mentale, migliora la qualità del sonno ed aiuta a migliorare le funzioni dei vari organi e sistemi. In fase di dolore acuto in certe zone, come per esempio alle cervicali, non potendo intervenire direttamente sulla zona dolente, si può intervenire sui piedi con ottimi risultati.

La/il terapista attraverso l’anamnesi che deriva sia dal dialogo che da un’attenta analisi delle zone riflesse sui piedi, documenta tutto ciò che emerge per avere un chiaro quadro della situazione della persona. Cliente e terapista stabiliscono un obiettivo da raggiungere e la/il terapista attuerà un piano terapeutico da seguire, che verrà adattato nel corso del tempo.

Ogni zona dei piedi, mani, viso, orecchie, è collegata ad una specifica zona del corpo, ad un organo e quindi alla funzione dello stesso. Pertanto, attraverso l’analisi si possono riconoscere alterazioni delle funzioni degli organi e successivamente stimolarne il ripristino, l’autoregolazione. I trattamenti generano un’interazione fra stimolo esterno e parte interna del corpo. A seconda della reazione della persona, la/il terapista, adeguerà i trattamenti successivi pur mantenendo sempre il focus sull’obiettivo da raggiungere insieme.

Una cosa che amo sempre dire ai miei clienti è che “i piedi mi parlano, sta a me imparare la loro lingua ed ascoltarli”.

Le reazioni variano da individuo ad individuo. Ogni reazione, dolore, solletico, fastidio o altro, ha una sua funzione sia diagnostica che funzionale. Durante i trattamenti le zone che presentano reazioni indicano una zona da trattare con pressione, sfioramento, manovre di massaggio ed altre, che saranno adeguate alla situazione del momento ma sempre tenendo ben presente il focus.

Importanti non sono solo le manipolazioni ma anche l’ambiente in cui si svolge la terapia. Un ambiente accogliente, caldo, che metta a proprio agio la persona è fondamentale, un luogo dove la persona può sentirsi al sicuro.

Il percorso avrà maggior successo se tra cliente e terapista si instaura un rapporto di reciproca fiducia. Come già detto, anche il cliente ha un ruolo attivo importante. La terapia non è solo passiva, non si tratta solo di ricevere un trattamento ma, con il tempo, di rendersi sempre più consapevoli del proprio corpo e di come reagisce e funziona. Trasmettere questa consapevolezza è uno dei compiti della/del terapista ed uno degli obiettivi che ci prefiggiamo.

Il numero di sedute e l’intervallo tra una seduta e l’altra varia da individuo ad individuo e a seconda della situazione dello stesso. In alcuni casi, in fasi acute possono essere necessari trattamenti quotidiani. In linea di massima i trattamenti durano tra i 45 e i 60 minuti per gli adulti e tra i 15 e i 30 minuti per i bambini. Normalmente, tra una seduta e l’altra vi sono intervalli di 1 settimana nella fase iniziale del percorso, per poi diradarsi. Durante un percorso è consigliabile non lasciar passare più di 4 settimane fra un trattamento e l’altro in quanto l’effetto si attenua ed il corpo “dimentica” gli stimoli che gli sono stati dati. A lungo andare il corpo registra le nuove funzionalità e le automatizza, per questo gli intervalli posso essere allungati.

Dopo ogni seduta è importante prendersi del tempo per riposare e bere molta acqua favorendo così l’espulsione di tossine che sono state messe in circolo durante il trattamento.

I primi risultati possono apparire già dopo le prime 2 o 3 sedute. Anche questo aspetto varia da persona a persona. L’intero percorso può durare tra 6 e 20 sedute per gli adulti e tra 3 e 9 per i bambini.  Per i dolori cronici i tempi normalmente si allungano, anche se la terapia non nasce con l’intento di durare per sempre. Uno degli obiettivi della/del terapista, dovrebbe essere quello di portate la persona ad uno stato di equilibrio, presa di consapevolezza e responsabilità di sé stesso, trasferendogli delle basi e degli strumenti da utilizzare anche a casa ed essere così autonomo.

 

Limiti e controindicazioni

La riflessologia/riflessoterapia è indicata per le persone di ogni età e sesso.

Ciononostante, vi sono dei limiti e delle controindicazioni da tenere presente.

I trattamenti possono essere eseguiti anche su donne in gravidanza a partire dal 4° mese compiuto e laddove non vi sia una gravidanza a rischio.

Vi sono dei casi clinici in cui è sconsigliato trattare o trattare con particolare cautela come epilessia, HIV, gravidanze a rischio, tumori con metastasi, emofilia e anticoagulazione, malattie psichiche o fisiche con decorso instabile.

Vi sono invece casi in cui è controindicato trattare come:

. malattie infettive acute con febbre

. Infiammazioni locali, eritemi, eczemi, micosi nelle zone da trattare

. trombosi o infiammazioni del sistema linfatico o venoso

. aneurismi

In alcuni casi la riflessoterapia può essere eseguita in combinazione con terapie mediche, l’ideale sarebbe poter instaurare una collaborazione terapista/medico.

A tal proposito voglio qui esprimere la mia grande volontà di poter collaborare con la medicina allopatica e con medici aperti a questo tipo di terapie che possono essere di sostegno ai loro pazienti e di supporto alla terapia.

Elena